A Pietro Grossi

A Pietro Grossi

Posted On: February 24, 2002
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Ha vissuto l’istante zero attraversando questa terra con serafico disincanto ma con occhio fermo, intravedendo difformità inconciliabili tra le due civiltà, morente e nascente. Come un santo, un inventore, un eroe, giocoliere del segno e del suono, ha dimostrato che in tandem col Bit tutto è permesso, facile, infaticato e senza valore, effimero come costruire meravigliosi castelli di sabbia.
E’ stato prescelto dal destino per produrre e distribuire caramelle (come amava definire il suo prodotto artistico). Impegno e successo per quelle all’archetto e pentagramma, con volti soddisfatti. Ma quando sono cambiati gli ingredienti, sempre impegno ma insuccesso, musi indifferenti e pallidi, tranne eccezioni.

Non si è scomposto. Con sublime rigore e purezza ha seguito i segnali di percorsi sempre diversi, scoprendo luoghi ieri inesistenti, oggi rigogliosi, ma subito obsoleti. Raramente ha incontrato un suo simile. Come un’ astronauta nell’universo alla ricerca di nuovi mondi, liberato dalla forza di gravità concettuale del passato, si À trovato nell’era del Bit, dove gli eventi recenti oscurano i precedenti.
Amava circondarsi delle immense quantità di informazioni che fluiscono in ogni istante dal computer e decidere, scegliere, orientare o pigramente non far nulla della straordinaria forza immaginativa disponibile sempre, oltre la sfera del giudizio altrui.
L’ultima volta che ci siamo incontrati, pochi giorni fa, mi raccontò uno dei suoi pensieri, PigroDeliri come li chiamava: “il saggio viene pensato e rappresentato meditabondo col teschio in mano, non sarebbe il caso di sostituire il teschio con un portatile?”, disse. “Collegato ad Internet, però” aggiunsi io.
“Ovvio”, rispose lui.

Sergio Maltagliati
24-feb-2002