Veneri digitali a Trento

Veneri digitali a Trento

Posted On: April 3, 2005
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Cosè che può legare un olio dell’Ottocento a un’opera multimediale del terzo millennio? La risposta più banale è il soggetto, il tema affrontato, in questo caso il nudo. Per scoprire connessioni più insospettate si può visitare Palazzo delle Albere, la sede di Trento del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che fino ad ottobre 2005, nell’allestimento della sua collezione permanente mette a confronto la Venere che scherza con due colombe di Francesco Hayez con l’installazione V6 del giovane artista trentino Matteo Peterlini.
La sigla nasce dalla considerazione che nell’antichità il numero 6 era collegato sia ad Afrodite che a Venere. La parola Venere è composta da sei lettere e da sempre è riferita alla dimensione femminile. Con V6 – dice Peterlini – ho pensato di disegnare un’idea di bellezza che non fosse mai uguale a se stessa, una sorta di non presenza della bellezza. Ho cercato di mettere in luce che è la ricerca stessa a rappresentare il bello anche senza mai trovarlo e definirlo. ”
V6 ha coinvolto sei ragazze che nude hanno posato in sei differenti momenti per sei posture uguali. Un software rigenera una figura di donna per stringhe di pixel ridisegnando ogni postura. Ogni figura è sia la somma di tutte e sei le modelle, ma nel contempo À anche la sottrazione di ognuna. In questo modo l’opera riflette sulla possibilità di far coesistere nello stesso momento sei tempi differenti, simili ma mai uguali a se stessi. L’audio è quello che viene trasmesso dal computer in feedback con un amplificatore mentre vengono generate le immagini. L’effetto è quello di una affettatrice che taglia le immagini in stringhe di pixel. In tutto questo, c’èun forte elemento di casualitàconsapevole, visto che non si può prevedere quali possibili permutazioni il programma abbia generato.

www.matteopeterlini.it
www.mart.trento.it